Il caso Tenco con i documenti ufficiali della Procura: ecco le prove che riaprono il caso

"CHI L'HA VISTO?" SNOBBA LUIGI TENCO?

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  1. Pasquale Ragone
     
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    “Chi l'ha visto?” snobba Luigi Tenco?
    Dai comunicati stampa ufficiali alla smentita: “mistero” in Rai per l'ampio servizio sul caso Tenco non andato in onda

    Doveva essere la notte del ritorno del caso Tenco in prima serata, invece un passo indietro da parte della Rai e all'improvviso “Chi l'ha visto?” di Federica Sciarelli smentisce se stesso. Cosa è accaduto precisamente dietro le quinte di uno dei programmi d'inchiesta più seguiti in Italia? Lo abbiamo chiesto al giornalista e criminologo Pasquale Ragone, autore dell'esposto denuncia che in questi giorni sta impegnando la Procura di Imperia con l'apertura di un nuovo fascicolo sul caso Tenco.
    «Bisogna essere molto cauti nel parlare di “mistero” in relazione a quanto accaduto mercoledì sera – afferma Ragone – anche se, certo, è innegabile che vi sia stato un fuoriprogramma». Il fuoriprogramma in questione è probabilmente il ritrovamento di alcune ossa, forse riconducibili a Pasqualino Porfidia, scomparso da 24 anni.
    «Non dobbiamo sentirci “offesi” dallo slittamento avvenuto – afferma Ragone -. Quello del ritrovamento delle presunte ossa di Porfidia è un caso eccezionale e meritava di essere ripreso: non cadiamo in una triste lotta tra vittime!».
    Eppure, un “mistero” c'è. «La cosa strana – continua Ragone – è che il caso Tenco era stato annunciato nel comunicato ufficiale di “Chi l'ha visto?”, fino poi a sparire persino nei titoli iniziali del programma, quando ancora non era esclusa la sua messa in onda. Può accadere che un servizio slitti, ma è strano che nemmeno sia stato annunciato all'inizio della trasmissione. Eppure, solo poche ore prima, i comunicati della Rai lo davano come il secondo dei due argomenti di punta della serata».
    I più maliziosi hanno pensato ad uno stop venuto dall'alto. Ma ci sono gli elementi per pensare a pressioni di questo tipo? «Generalmente il caso Tenco in Rai crea sempre qualche imbarazzo – spiega Ragone -. In questo caso conosco il contenuto del servizio che doveva andare in onda e posso dire che è importante. Se non altro, il fatto che “Chi l'ha visto?” decida di trattare il caso Tenco sulla scorta delle novità e delle prove che abbiamo pubblicato nel libro “Le ombre del silenzio” (Ragone-Guarneri, Castelvecchi Editore, ndr), deve far ben sperare e allontanare gli spettri di “complotti” vari».
    E se proprio per via del contenuto rilevante si fosse deciso di rimandarlo? Non dimentichiamo che in questi giorni la Procura di Imperia sta decidendo cosa fare sulla scorta della relazione da Lei presentata.

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    «Sono due cose ben diverse – afferma il criminologo -. Il potere mediatico è in grado di far pressioni su quello giudiziario grazie ai riflettori che accende sui casi che tratta. È un fenomeno al quale siamo abituati ormai da anni. Basta vedere il caso Scazzi, il caso Rea o la vicenda della Cesaroni. In questo caso, quello della morte di Luigi Tenco, tutto è maledettamente più complesso perché la vicenda ha 47 anni e, soprattutto, nel 2009 la Procura di Sanremo ha archiviato la seconda volta come suicidio. È difficile riaprire un caso mediaticamente dopo che la Polizia Scientifica prima e la Procura poi, hanno fatto di tutto per far passare l'idea del suicidio “da manuale”».
    Bisogna quindi arrendersi dinanzi continui slittamenti e all'impossibilità di parlare del caso Tenco nonostante le novità rilevanti apportate dalla vostra inchiesta? «Arrendersi no, è ovvio. Anche se è piuttosto anomalo che una Procura apra un nuovo fascicolo su una vicenda così nota di cronaca nera e nessuno si preoccupi di dare risalto alla notizia. Per altri casi sono state dedicate ore di trasmissione per molto meno».
    Nessun mistero quindi su quanto accaduto mercoledì sera durante la trasmissione della Sciarelli? «No, nessun mistero. Bisogna continuare a stare con i piedi per terra e rendersi conto che, sì, è importante il contributo mediatico, ma la vera partita è già cominciata il 24 gennaio scorso quando ho presentato in Procura a Roma la richiesta di riapertura del caso sulla base delle prove scientifiche. In quasi mezzo secolo è la prima volta che nel caso Tenco si portano delle prove inoppugnabili (in quanto scientifiche) all'attenzione di una Procura della Repubblica, secondo il concetto giuridico di “nuova prova”».
    Serve dunque attendere e sperare stando alla finestra? «Bisogna capire che ciascuno ha un ruolo nella società. Il giornalista e il criminologo hanno il compito di rilevare e porre all'attenzione elementi di novità secondo criteri scientifici e comprovati. Poi è compito della Magistratura dare risposta agli elementi presentati. Ripeto, la vera partita è già iniziata e si sta giocando in queste ore a Imperia. Se il Procuratore accetterà le richieste che ho inoltrato, allora si avrà una svolta decisiva nel caso Tenco. Se ciò non accadrà, dovremo accettare che non sarà più possibile cancellare da quel fascicolo la parola “suicidio”».

    B.N.
     
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0 replies since 2/6/2014, 16:58   518 views
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